Zoffoli: 70 anni di storia

Le storie più belle, spesso, nascono da situazioni o dettagli semplici e all’apparenza insignificanti. Succede nei film e nei romanzi più affascinanti e – straordinariamente – succede ogni tanto anche nella realtà.

La storia di Zoffoli, ad esempio, nasce in un semplice laboratorio nel centro di Rimini. Siamo nel 1949. Al suo interno, un uomo di nome Italo (un nome che è un atto d’amore verso quella patria, l’Italia, di cui diventerà un fiero rappresentante nel mondo) svolge meticolosamente il suo lavoro: costruisce gambe per mobili e le cosiddette “cipolle” per i letti di una volta, quelle basi un po’ tondeggianti che tanto andavano di moda all’alba degli anni 50. Un uomo come tanti, che svolge con dedizione il suo lavoro e con quello mantiene la sua famiglia. Un uomo che però sta per creare un pezzo di storia italiana.

 

Italo Zoffoli: la passione per i Mappamondi nata per caso, in famiglia

Italo è un uomo come tanti, dicevamo, ma con un interesse particolare: prova una fascinazione fortissima per i mappamondi. Gli ricordano quelli che ammirava con stupore da bambino e gli permettono di sognare viaggi in terre che, nell’Italia di quegli anni, sono ancora troppo lontane e irraggiungibili per molti. E poi sono in legno: la plastica non è ancora arrivata a fagocitare quella che nel 1949 resta una tradizione artigianale e Italo il legno lo conosce bene. Lo lavora ogni giorno con maestria e precisione, è abile e veloce, attento e capace. E allora decide di impiegare il suo tempo libero per dedicarsi a questa passione.

Nelle pause durante il lavoro, alla fine della giornata o nel fine settimana, si mette lì, sul suo sgabello, e comincia ad intagliare a mano globi di diverse dimensioni. Poi chiama a raccolta la famiglia e chiede alle figlie di acquarellarli a mano: tre ragazze passano i loro pomeriggi a dipingere carte antiche e, quando non riescono più a stare al passo con la produzione, si rivolge ad alcune suore sui colli di Rimini. È partita come un passatempo, ma l’interesse e la domanda che i suoi mappamondi stanno generando lo convincono a fondare quella che resta, ad oggi, l’unica azienda storica di mappamondi in Italia.

 

L’invenzione del mappamondo bar e il successo internazionale

Per un decennio circa, Italo Zoffoli continua ad intagliare i suoi amati mappamondi: i numeri crescono ma la produzione resta rigorosamente artigianale. È il punto di forza dei suoi piccoli capolavori: tutti pezzi unici, ognuno in qualche modo diverso dall’altro.

Ma Italo, l’abbiamo capito, non è un uomo che si adagia sugli allori: la sua mente è sempre in movimento. Immagina, sperimenta, crea. E proprio nel ‘49, tra una cipolla e l’altra, non aveva saputo resistere alla tentazione di fare altro, così adesso non riesce a non fantasticare su idee innovative. L’illuminazione arriva così, all’improvviso, mentre beve un sorso di vino durante una pausa in azienda, circondato dai suoi amati globi: improvvisamente ha immaginato un mappamondo bar.

È l’intuizione della sua vita. Un piccolo scrigno che si apre e svela un segreto fino ad allora inimmaginabile: bottiglie e bicchieri per brindare in compagnia. I primi modelli vanno a ruba, l’alta borghesia impazzisce: tutti vogliono stupire i propri ospiti con un drink servito direttamente all’interno di uno splendido mappamondo dipinto a mano.

È il 1963 e il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano decide di premiare l’idea di Italo Zoffoli e di assegnargli il Tornio d’Oro, premio tanto prestigioso quanto ambito. Un riconoscimento che consacra il successo della piccola azienda di famiglia. La voce si sparge oltre le Alpi e cominciano ad arrivare richieste da tutta Europa: i mappamondi Zoffoli, ormai riconosciuti come fiore all’occhiello dell’artigianalità Made in Italy, vengono esportati dapprima in Francia ed in Germania, e poi salpano al largo, oltreoceano, verso gli Stati Uniti. Nel giro di qualche decina d’anni arriveranno ad Hollywood. Ma questo Italo ancora non lo sa.

 

Di padre in figlio: la modernità delle nuove tecniche di produzione senza rinunciare all’artigianalità

Uno dei punti di forza dell’azienda Zoffoli è che, nonostante il successo internazionale, è rimasta a conduzione familiare. Di generazione in generazione, la storia e il passato si sono tramandate di padre in figlio, insieme agli antichi saperi, alle abilità di una volta che oggi sono segreti gelosamente custoditi e, forse più di tutto, alla passione per il proprio lavoro che è prima di tutto una fascinazione: la stessa che aveva spinto Italo ad intagliare i primi mappamondi nel lontano 1949.

Dopo il capofamiglia è la volta del figlio Alfio, che introduce una ventata di modernità in azienda. Le richieste sono ormai ingestibili in termini quantitativi e serve una produzione più rapida: nuovi strumenti e nuovi macchinari. La sfida è quella di non cadere nel mercato della plastica e della standardizzazione: quello è un prezzo che Alfio non è disposto a pagare. L’artigianalità e la qualità del prodotto finale sono sempre stati il valore che ha reso i mappamondi Zoffoli oggetti di pregio riconosciuti in tutto il mondo e questo deve restare un punto fermo. Un bel problema, ma alla fine Alfio riesce a coniugare la tradizione del “fatto a mano” con le nuove tecnologie che permettono una precisione e una velocità di produzione notevoli. L’innovazione delle tecniche, sostiene, dev’essere un modo per impreziosire i suoi mappamondi, non per impoverirli!

Eppure l’innovazione tecnica non è tutto. Come insegnava Italo Zoffoli, a contare è soprattutto quella delle idee. E allora, forse, è arrivato il momento di guardare oltre i materiali e le linee classiche che tanto erano piaciuti e ancora incontrano il gusto di molti clienti, ma che potrebbero non bastare più. Si sta infatti sviluppando un nuovo gusto che apprezza linee più pulite, materiali e colori diversi dal solito. È l’alba degli anni 2000 e “design” è una parola sempre più utilizzata. Soprattutto, uno stile sempre più richiesto.

 

Lo sviluppo dei mappamondi di design made in Zoffoli

Siamo ormai alla terza generazione: alla guida di Zoffoli c’è Mattia, figlio di Alfio e nipote di Italo – colui che ancora oggi porta avanti l’azienda di famiglia. Capisce subito che il catalogo va ampliato e l’offerta va rivista. Studia il mercato, ascolta le richieste dei clienti, osserva le tendenze in fatto di arredamento e decide di sviluppare una serie di prodotti di design (oggi facenti parte della linea Prestige).

Marmo bianco di Carrara e marmo nero Marquinia; acciaio, alluminio e cristallo acrilico: sono gli ingredienti di partenza per sviluppare i nuovi mappamondi. Bianchi e neri la fanno da padrone e danno vita a complementi d’arredo perfetti per donare un tocco di classe agli uffici contemporanei. Ma non solo: gli architetti progettano sempre più spesso abitazioni minimal ed essenziali e scelgono i mappamondi di design per impreziosire un salotto o uno studio in casa. Ancora una volta, però, innovazione non significa rinnegare il passato: il legno resta un elemento chiave del marchio Zoffoli, quello che aveva dato vita ai primi globi intagliati a mano tra una gamba di un mobile e una cipolla. Viene quindi rivisitato e reinventato; le forme diventano più nette e stilizzate, il fulcro dell’attenzione diventa la sfera con la sua cura per il dettaglio.

La linea Prestige, con i suoi mappamondi di design, in qualche modo “chiude il cerchio”: ora Zoffoli è davvero in grado di offrire soluzioni perfette per incontrare il gusto dei suoi clienti più raffinati. Che siano amanti di un arredamento più classico o estimatori delle tendenze più recenti in fatto di interior decor, c’è sempre un mappamondo Zoffoli capace di meravigliare.

Da Hollywood alle vetrine di Londra e New York: un successo che continua

Oggi i mappamondi Zoffoli fanno bella mostra di sé nei salotti più prestigiosi di tutto il mondo; arredano uffici e studi di medici, avvocati e architetti e si trovano nelle suite degli hotel più belli al mondo. La notorietà del brand ha ormai scavalcato da tempo i confini europei: i ricchi sceicchi arabi se li fanno spedire da Rimini per sfoggiare la classe e la raffinatezza del Made in Italy e nel nuovo continente hanno conquistato tutti, da costa a costa.

Barney’s, il famosissimo negozio di Madison Avenue, ha scelto i mappamondi Zoffoli per arredare le sue vetrine; dal capo opposto degli USA, Hollywood ha decretato ancora una volta la bellezza ed il valore dei globi italiani: sempre più spesso le produzioni cinematografiche statunitensi scelgono i mappamondi riminesi per le scenografie dei film (Django Unchained e Bastardi senza gloria, per citarne due tra i più recenti).

Da una piccola bottega di rimini ai set di Los Angeles: sembra una fiaba, una di quelle che – appunto – si vedono solo al cinema. E invece è realtà. Una realtà resa possibile dall’amore e dalla passione, dalla dedizione e dal sogno. Un sogno nato nel 1949 in cui un semplice artigiano e padre di famiglia ha deciso di credere, creando un piccolo impero. Senza mai adagiarsi sugli allori, ma continuando a sperimentare e ad innovare. Un viaggio senza fine alla ricerca della bellezza, senza mai illudersi di averla trovata una volta e per tutte.

È un pomeriggio del 1949. Italo Zoffoli ha terminato il suo lavoro del giorno e davanti a sé ha un pezzo di legno tondeggiante. Lo guarda e decide di intagliarlo per creare un piccolo mappamondo da regalare alle sue figlie. “Potrebbero dipingerlo loro stesso”, si dice. Lui ancora non lo sa, ma sta per fare la storia.

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